SIRACUSA-CANICATTÌ


La costruzione dell'intera linea fu abbastanza tardiva rispetto alle altre della Sicilia e venne inquadrata tra quelle complementari, tra le linee che potevano essere costruite, ma con un contributo da parte degli enti locali. Dato che l'interesse maggiore era quello di far arrivare lo zolfo alle raffinerie della costa e al Porto di Licata, Canicattì e il comprensorio nisseno erano stati collegati sin dal 24 settembre 1876.

Tra il maggio del 1880, con la tratta Campobello-Favarotta di 27 km, e il 24 febbraio 1881 col proseguimento di 18 km su Licata era stato realizzato il collegamento con la costa.

Nel 1883, il tratto da Siracusa a Noto di 30 km, venne attivato dalla Società per le Strade Ferrate della Sicilia. Vennero attivate anche le stazioni di Cassibile ed Avola ma per Noto fu approntata una stazione provvisoria nell'attesa che il 20 settembre 1887 si attivasse quella definitiva.

Il 29 marzo 1891 Licata fu collegata con Gela, a quel tempo, chiamata ancora Terranova di Sicilia; la lunghezza della tratta era di 35 km e comprendeva le stazioni di Falconara, Butera e Terranova di Sicilia. Alla fine dell'anno venne aperto all'esercizio anche il tronco Noto-Modica, lungo quasi 60 km comprendente la fermata di San Paolo e le stazioni di Rosolini, Spaccaforno (il nome antico di Ispica), Pozzallo, Sampieri, Scicli e Modica. Due anni dopo, nel 1893 il tronco Terranova di Sicilia - Comiso, di 37 km. Infine l'apertura all'esercizio del tronco di 52 km tra Comiso e Modica il 18 giugno dello stesso anno, che completava la tratta Siracusa-Licata. Questa tratta comprendeva le stazioni di Donnafugata, Genisi, Ragusa e Ragusa Inferiore (chiamata poi Ragusa Ibla), fornite del telegrafo per la circolazione dei treni, del binario di incrocio, di sagoma limite e di piano caricatore, come tutte le stazioni del tempo.

Nonostante il progetto di collegare la linea con Caltagirone e Catania fosse stato approvato nel 1911 i lavori vennero portati avanti con lentezza tanto che il collegamento, nella Stazione di Gela, avvenne solo nel novembre 1979.

Nel 1935, il 28 aprile, veniva attivata dalla stazione di Noto la diramazione per Pachino che raggiungeva il punto più a sud della rete FS costeggiando l'attuale Oasi di Vendicari; la linea rimase in funzione fino al 1º gennaio 1986 quando l'esercizio fu sospeso definitivamente.

La tratta ferroviaria ragusana è, una mastodontica opera di ingegneria. I progettisti sembra abbiano preso spunto dalla ferrovia del Gottardo, con un percorso elicoidale, per battere i forti dislivelli del territorio ibleo. Il 18 giugno 1893 transitò il primo treno. In quella data fu inaugurata la tratta Comiso-Modica, parte del lungo tratto di 264 km che circumnaviga tutta la parte a sud della Sicilia. La parte fra Modica e Ragusa fu la più difficile e complicata da costruire e il 19 aprile del 1896 la prima locomotiva in servizio effettivo giunse a Ragusa. A causa dell'orografia della zona la ferrovia da Siracusa, dopo aver passato le stazioni di Pozzallo e Ispica, si dirige a nord infilandosi in uno stretto vallone roccioso in cui si trova la stazione di Scicli. A mezzacosta, tramite ponti e gallerie, il binario passa da un lato all'altro del vallone che in certi punti ha le caratteristiche di un vero e proprio canyon; dirigendosi verso nord la linea arriva a Modica con un'ampia curva passando, poco prima di entrare in stazione, sotto il viadotto Guerrieri della SS 115. Ripartito da Modica, il treno entra in una lunga galleria che sottopassa la città, arrivando in un vallone parallelo a quello percorso prima dalla ferrovia. Qui essa procede verso nord lungo il corso del fiume Irminio, che oltrepassa con un ponte in ferro, alcune centinaia di metri prima della stazione di Ragusa Ibla. Quest'ultima è dotata di torre acqua e ampio scalo perché stazionavano le locomotive da aggiungere per la spinta in coda ai treni pesanti in salita verso Ragusa superiore, (oggi Ragusa). Poco dopo aver lasciato Ibla, il binario va verso ovest fino a compiere una curva di 180° e in direzione sud fino ad imbucarsi in una galleria sotto la rupe che sostiene la bellissima città barocca. L'uscita di questa galleria in curva e forte salita è appena sotto Ragusa, in una stretta gola. Appena uscito, il treno passa sotto una breve galleria con portali in roccia viva infilandosi poi nuovamente in un'altra più lunga, in curva e salita che con un elicoide, in parte all'aperto, porta i binari alla quota della città (515 m. s.l.m.). Il percorso all'aperto di questo tornante permette una vista impareggiabile su tutta la città. Con un'altra curva la linea si riporta ancora in direzione nord e giunge finalmente alla Stazione di Ragusa superiore. Lo scalo ragusano disponeva di un ampio scalo merci e di due soli binari per il traffico passeggeri. Tutta la stazione è posizionata leggermente in curva. La linea per Canicattì prosegue da qui ancora con una curva che riporta i treni verso sud e poi verso ovest dove, prosegue con andamento più tranquillo verso contrada Genisi, il Castello di Donnafugata e Comiso.

Quando nel novembre 1979 venne aperto al traffico il tratto Caltagirone-Gela della linea proveniente da Catania, itinerario più breve e più moderno che permetteva di evitare il lungo giro siracusano verso Catania e il nord, incominciò il lento declino del traffico merci nella tratta ragusana. Oggi la linea è servita dai treni Minuetto che effettuano i Regionali Veloci Modica-Caltanissetta-Palermo e dalle ALn 668 che effettuano tutti i treni Regionali locali. Il traffico merci su rotaia però è inesistente nonostante l'alto potenziale costituito dalle aree di grande produttività di Ragusa, Modica, Vittoria e gli intensi scambi commerciali del porto di Pozzallo.

Dopo una lunga chiusura è stata riaperta la tratta Gela-Licata-Canicattì, precedentemente chiusa per lavori di manutenzione straordinaria. 

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